Va bene, lo ammetto: ci piace vincere facile. Per chi frequenta la Valle Camonica, il Lago Aviolo è una meta tutt’altro che sconosciuta, tappa ricorrente delle vacanze estive o delle domeniche in montagna. Eppure per quante volte lo si raggiunga, per quanto si conosca il sentiero a memoria, non è mai banale. Sarà il profumo del Parco dell’Adamello o della cucina del Rifugio Sandro Occhi all’Aviolo (bona la trippa, bona davvero!).

Sarà il sole che nelle belle giornate illumina l’acqua in cui si specchia la montagna. Sarà perché per me, l’Aviolo, è un paradiso in terra. E al tempo stesso mi fa sentire a casa.
I primi passi sul sentiero per il Lago proprio non li ricordo: sono passati quasi 30 anni. Mi ricordo gli ultimi, questa estate, con lo zaino in spalla, trekking pole nelle mani e il fiatone già in partenza per cui possiamo ringraziare una primavera trascorsa in simbiosi con il divano. Per chi arriva da Vezza d’Oglio basta raggiungere il Centro Eventi alla fine di via Stella e da lì seguire le indicazioni per Val Paghera – Aviolo fino al parcheggio della teleferica (1495 m): i posti per lasciare l’auto non mancano e se anche fossero pieni, poco più in basso, ci sono gli spazi lungo la strada o nelle vicinanze del rifugio “Alla Cascata”.
Poi, si sale. Un tragitto di circa un’ora e mezza (anche meno per chi viaggia spedito) seguendo il sentiero Cai 21, che inizialmente si innalza ripido in mezzo al bosco e ai cespugli. Dopo aver imboccato il canalone e attraversato il torrente (attenzione a non scivolare sulle pietre bagnate), si imbocca un secondo canalone, una “scala” rocciosa che spesso è la parte più difficile da affrontare per le gambe poco allenate. Superato il passo, il sentiero continua a zig zag in mezzo ai cespugli per poi aprirsi sul rifugio Occhi (1930) e, poco più in là, sul magnifico spettacolo dell’Aviolo.

C’è chi sosta al rifugio, ingolosito dal menù tipico, e chi si gode il sole e il pranzo al sacco sulla riva. C’è chi prosegue oltre il lago, verso il Passo delle Plate e la Malga Aviolo e chi si concede un po’ di ristoro immergendo i piedi nell’acqua fredda prima di affrontare la discesa verso casa. Per me panino imbottito, una coperta stesa sull’erba accanto alle scarpe slacciate e un buon libro sono sempre stati la combo perfetta da abbinare al panorama mozzafiato. E anche una birretta, dai, che diamine.
Visto e rivisto, eppure l’Aviolo, con i suoi colori e il suo aspetto da pace dei sensi, ha sempre qualcosa da raccontare: il sentiero è lo stesso, l’acqua è la stessa, eppure ogni volta l’esperienza è nuova. Ora l’obiettivo è la salita autunnale, in mezzo alla neve, per vedere il lago ghiacciato.
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